Luigi Fuschetto

Nel dipinto Vegetazione sul lago, l’artista cattura un frammento sospeso di paesaggio lacustre con uno sguardo delicato e meditativo. La composizione è essenziale, quasi astratta, dominata da una distesa d’acqua immobile e da una linea sottile di vegetazione che si riflette nel lago con eleganza rarefatta. L’opera si distingue per l’uso del vuoto come elemento narrativo. Il silenzio visivo che avvolge la scena diventa il vero protagonista, suggerendo un’atmosfera di quiete assoluta e introspezione. Le pennellate sottili e verticali rimandano a canneti o rami spogli, resi con una sensibilità che sfiora l’informale, in un delicato equilibrio tra figurativo e astratto. Il titolo guida lo spettatore verso un paesaggio riconoscibile, ma al tempo stesso aperto all’interpretazione: un luogo senza tempo, dove la natura si manifesta nella sua forma più discreta ed evocativa. “È un luogo che non chiede nulla, solo di essere guardato, in silenzio.”
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Coloro il silenzio della natura

“Per riabitare i paesi ci vuole una nuova religione, la religione dei luoghi” scrive Franco Arminio e i dipinti di Luigi Fuschetto sono a modo loro un piccolo atto di fede. I colori, l’azzurro e il bianco del cielo, il verde dei prati e il giallo cangiante del grano, le forme e la scelta dei soggetti sono un continuo rendere omaggio ai luoghi dell’entroterra. Come preghiere laiche, a ogni pennellata i dipinti evocano la bellezza discreta e fiera dell’Italia interna e trasfigurano i paesaggi del Fortore in altrettante metafore di una marginalità assolutamente immeritata. “Un posto quanto più è piccolo più è grande e – continua Arminio – quanto più è ai margini tanto è più centrale
"La mostra - intitolata “Entroterra” e a cura dell’Arciconfraternita di Sant’Anna dei Lombardi e San Carlo Borromeo nonché della Cooperativa Sociale ParteNeapolis - raccoglie le più belle opere di Fuschetto che nella sua San Marco dei Cavoti, dove svolge tutt’altro mestiere, a un certo punto della vita ha deciso di cimentarsi nella pittura esordendo ultracinquantenne. E con risultati straordinari che provano come la vera arte possa nascere anzitutto dall’anima e dal sentimento e non soltanto nelle accademie o sotto la guida di grandi maestri. Autodefinendosi “dilettantista”, ha potuto difatti esprimere liberamente in ogni opera i suoi stati d’animo trasponendoli nei tratti di una pittura affascinante e coinvolgente che per certi versi richiama lo stile di Monet, di Van Gogh e di altri artisti del passato, molti dei quali però ritraevano campagne e paesaggi nel desiderio di fuga dalla città che già ben oltre un secolo fa iniziava a trasformarsi in metropoli.